Sul finire di una domenica di febbraio, una candelora palindroma come in molti mi hanno fatto notare (20-02-2020), trascinata a sera tra noia, mal di testa, slanci amorosi, voglia irrefrenabile di dolce, prove mal riuscite di face painting, autoproduzioni cosmetiche, ho fatto un dolce che mi è piaciuto molto.
Son partita dall’unica cosa che avevo in casa e che mi faceva voglia ovvero una lattina di latte di cocco che mi sembrava anche l’ingrediente migliore per cocco-larmi. Spulciando in rete ho trovato una ricetta semplicissima e assai rapida per una crema; l’ho provata e mi è così piaciuta che ho voluto racchiuderla in un guscio di pasta frolla e creare una crostata
Devo lavorare un po’ sulla decorazione ma il gusto mi ha conquistata!
Per la crema al cocco
– latte di cocco 400ml (una lattina)
– farina di riso 20 gr
– zucchero 50 gr
– scorza grattugiata di 1 lime
Per la frolla
– farina gr 200
– 1 uovo + 1 tuorlo
– burro 80 gr
– zucchero 100 gr
– miele 1 cucchiaio
Iniziate dalla frolla mettendo a fontana la farina e posizionandovi al centro lo zucchero, il burro ammorbidito a pezzetti, le uova il miele e la scorza di lime. Lavorate tutto rapidamente in modo che l’impasto non non si scaldi troppo ma fino ad ottenere una pasta liscia e compatta; avvolgetela nella pellicola e tenetela in frigo per almeno 30 minuti.
Iniziate quindi a preparare la crema: in un pentolino mischiate lo zucchero e la farina di riso; aggiungete poco alla volta il latte di cocco e mischiate con una frusta in modo da amalgamare il tutto dopodiché mettete sul fuoco e sempre mescolando aspettate che si addensi. Una volta raggiunta la consistenza desiderata, toglietela dal fuoco e continuate a mescolare per 2-3 minuti.
Trascorso il tempo di riposo della frolla, stendetela su un foglio di carta forno bucherellatela con i rebbi di una forchetta e posizionatela in una tortiera a cerniera. Cuocete in forno a 180 per circa 20 minuti.
Versate la crema nel guscio di frolla e aspettate che si raffreddi prima di servirla.
Arte, Passione politica, Amore, Dolore, Messico. Frida Kahlo.
Frida Kahlo in una foto di N. Muray a New York nel 1939
Qualche giorno fa sono stata a Roma a vedere la mostra dedicata alla pittrice messicana; due giorni al femminile – impronta familiare indelebile – con mia mamma, mia sorella e mia nipote, per calarsi nell’opera di una donna che nonostante la sofferenza ha proseguito il cammino (come mia mamma), che ha amato includendo tutto, anche le contraddizioni e i superamenti di sé stessi e l’indicibile (come mia sorella), che ha trovato nell’arte la sua voce (come me) e che ha sempre rinnovato lo slancio per amare la vita: nel suo ultimo dipinto, otto giorni prima di morire, scrive su una fetta di cocomero “viva la vida” – anche con tutte le sue schifezze, i dolori fisici e dell’anima, lei lo scrive (Viva la vida Adele, e che ti mandi le cose migliori). Già questo è sufficiente a renderla un’eroina, un’icona quale è stata (infatti, la prima donna latinoamericana ritratta su un francobollo U.S.A nel 2001) senza contare l’impegno civile e politico e la forza delle sue opere.**
Francobollo statunitense
Quando un’idea ti frulla in testa, spesso la sua essenza si manifesta in quello che fai, e se stai pensando a quale dolce preparare per cari amici che vengono a cena è inevitabile che, eccitata per la trasferta romana, io abbia sfornato un dolce che era un po’ Frida, che era un po’ donna al profumo di Messico: una crostata di ricotta al cocco con marmellata di limes.
Ho tribolato non poco perché insicura dell’accostamento cocco-lime ma visto che anche “La grammatica dei sapori” mi dava ragione, perché non tentare?
Lime&Cocco: unito alla sonnolenza tropicale del cocco, il lime è il pungolo per alzarsi dall’amaca e fare esercizio. Una glassa al lime su un dolce al cocco richiede un’intensità eccezionale per allontanare la dolcezza pesante. Una grattugiata di cocco fresco e qualche goccia di succo di lime renderanno più ricco e dolce un ananas, come fanno con il pesce, cotto o crudo. In India, striscioline di cocco fresco sono mescolate con succo di lime, aglio schiacciato e peperoncini piccanti, per servirli con il curry.
(N. Signit, La grammatica dei sapori, p. 301, Gribaudo editore. Ne parlo qui)
Così, pensando ad un burroso cocco sdraiato su un’amaca avvolto nell’odore fresco del lime di un margarita, ho rammentato i colori accesi di Mèrida (MX) e le infinite tonalità di verde e di blu dello Yucatàn tutto, e ho cucinato uno dei dolci meglio riusciti (a me) dai tempi del surrealismo: ma invece di avere “la magica sorpresa di incontrare un leone in un armadio, dove si è certi di incontrare camicie” (cit. F. Kahlo a proposito di Surrealismo), si trova un gusto fresco e delicato dove si pensava di trovare il peso di un’eccessiva dolcezza.
Merito è anche di Maghetta Streghetta nel suo Gikitchen: mi ha servito su un piatto d’argento la pasta frolla perfetta per questa crostata, essendo sì poco dolce. Ho seguito la sua ricetta apportando qualche piccola modifica.
Ingredienti
Frolla:
Zucchero bianco 80gr
Farina di kamut (il Farnetino)* 300gr
Burro* 150gr (piuttosto freddo e a pezzetti)
1 uovo + 1 tuorlo*
Scorza grattugiata di 1 lime
1 pizzico di sale*
Ripieno:
Ricotta vaccina* – MUUU!!! – 500gr
Granella (farina) di cocco 100gr
Zucchero grezzo di canna* 20gr
1 uovo*
Copertura:
succo di 1 lime (tipo quello di cui avete usato la buccia?!!!)
1 lime intero
1 cucchiaio di zucchero di canna grezzo*
Acqua q.b.
Per quanto riguarda la pasta: unire uova e zucchero emulsionandole bene. Nella farina (col sale) aggiungere il burro e procedere pizzicando, quindi grattugiare la scorza del lime e aggiungere infine il composto liquido procedendo a impastare (il minimo indispensabile) per avere una pasta omogenea. Formare una palla, ricoprirla con pellicola e lasciarla in frigo 40 minuti circa.
Intanto accendere il forno e procedere al ripieno mischiando tutti gli ingredienti fino ad ottenere una crema. Trascorso il tempo, stendere la pasta in una teglia o pirofila con carta forno o burro e versarvi il composto di ricotta: infornare a 180° per almeno 30 minuti. Procedere con la marmellata facendo bollire in un pentolino il lime tagliato molto sottile col succo dell’altro lime e lo zucchero. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua e ultimare la cottura. Togliere qualche fetta di lime per guarnire e frullare il resto col frullatore a immersione. Una volta che la torta si sarà intiepidita, versare sopra lo strato di marmellata e decorare a piacere.
Aspettare che si freddi prima di mangiarla.
**Per chi avesse voglia di vedere la mostra c’è tempo fino alla fine di agosto ma da settembre la medesima esposizione sarà a Genova.