Caro Io, (e cari voi). Mi scuso.
Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo. È un periodo faticoso, in cui vedere rosa è difficile e trovare il tempo per parlare (o scrivere) è quasi impossibile. Un periodo di lavoro sodo (bene) in cui tutto si concentra nel medesimo tempo, a corsa, ( male); in cui i soldi comunque non si vedono (peggio) e la qualità della vita va a farsi fottere.
Un periodo di molte cose belle vissute in fretta. Non mi resta che fare un bieco resoconto di tutto ciò che avrei voluto assaporare sotto l’egida della lentezza e che invece si risolve in un insulso riassunto.
Del mio aggiornamento agli “anta” che mi ha trasformata in massaia 4.0
Del mio nuovo essiccatore e dei primi esperimenti
Della zuppetta di polpo in umido con patate
Dell’ingresso nel mondo dei lettori elettronici e del Kobo che non volevo (notare il verbo al passato)
Dei prodotti dell’azienda “Barche in cielo”
Della zuppa di zucca gratinata al forno
Di come questo nostro paese mi faccia sempre più schifo e di come il mondo intero sia in balìa dell’animale più ignobile: l’uomo
Del GHI (burro chiarificato) e del medico ayurvedico
Del fatto che il mio corpo non regge lo stress e di come reagisca sempre nello stesso modo
Della farina di mandorle
Delle persone care che stanno male
Delle guance morbide di Falù
Di quanto sia difficile sbarcare il lunario e di come questo influenzi la vita di coppia
Degli spettacoli belli
Del giorno in cui avrei voluto mettere una bomba ai vigili urbani di Prato
Del grano “all’antica”
Del mio amore
Della ridicola prassi di far arrivare il Natale sempre prima e di come a me già sarebbe sufficiente il periodo 8-25 dicembre
Degli amici.
Degli amici.
Degli amici.
Di tutto questo ho scritto solo nella mia testa ma anche lì, in fretta e male. Abbiate pazienza, e spero di averla anche io. Ho bisogno di tempo e invece son diventata la sorella ansiosa del Bianconiglio.