Flan dolce di zucca e amaretti

Zucca e amaretti è un connubio che arricchisce la nostra cucina sia nel salato che nel dolce.
Questo flan ha una consistenza molto simile a quella della Crème Caramel ma necessita di meno uova.
Io ho optato per monoporzioni in barattoli di vetro adatti per la cottura in forno (in particolare io ho usato i vasetti Weck) cosicché, una volta estratti dal forno li ho potuti chiudere creando il sottovuoto che mi ha permesso di mangiarli anche a distanza di qualche giorno conservandoli comunque nel frigorifero.
La vasocottura è un metodo che mi affascina molto e lo sto studiando, sperimentando un po’ di ricette pur nella difficoltà di reperire ricette e tempistiche per il sistema di cottura a bagnomaria o nel forno tradizionale; si perché, mentre abbondano in rete le ricette di vasocottura in microonde – che io non ho – per il resto è difficile reperire informazioni precise, nonostante l’origine di questo metodo sia piuttosto antica e certo non prevedesse l’uso di un elettrodomestico di recente invenzione. Per chi lo ha, a questo link può trovare tanti spunti golosi.
Il mio interesse per questo metodo è legato al sogno di tornare a svolgere uno dei miei lavori principali (che ormai, per via della pandemia da covid-19, non riprenderà prima dell’autunno prossimo) nelle scuole primarie e secondarie della Toscana; costretta a pranzi perlopiù fuori casa e senza punti di appoggio fissi, avrei la possibilità di preparare dei pasti da asporto in barattolo che, conservandosi per svariati giorni per via del sottovuoto, potrei preparare in anticipo senza essere costretta a farlo la sera prima quando, in preda alla stanchezza, mi trovo spesso ad abdicare.
Ma, indipendentemente dalla mie necessità organizzative, questo sistema permette di cuocere conservando le proprietà organolettiche dei cibi e i loro aromi che si sprigioneranno una volta aperto il vasetto.

Ma veniamo alla ricetta del flan, in cui il barattolo, in fase di cottura, asseconda solo la volontà di creare delle monoporzioni molto carine da servire in tavola e la possibilità di creare il sottovuoto in una seconda fase, alla bisogna.

Ingredienti

300/350 gr di polpa di zucca già pulita delle buccia e dei semi
2 uova intere
80gr di zucchero di canna (ma andrà bene anche lo zucchero bianco)
250 ml di latte
25 gr di amaretti
100 gr di zucchero di canna grezzo e 40 gr di acqua per il caramello

Iniziate tagliando a dadini la polpa di zucca; fatela ammorbidire in forno a 140° o comunque ad una temperatura che ne consenta la cottura ma che non rischi di bruciarne l’esterno. Una volta pronta e lasciata raffreddare la zucca passatela al passaverdura o frullatela con il frullatore a immersione insieme alle uova; aggiungete quindi al composto ottenuto lo zucchero, il latte e infine gli amaretti sbriciolati mescolando bene.
Preparate quindi il caramello facendo sciogliere in un pentolino lo zucchero con l’acqua e mentre questo si intiepidirà preparate i vasetti e una pirofila nella quale cuocerli a bagno maria. Mettete sul fondo di ogni barattolo un po’ di caramello quindi versateci il composto di zucca avendo cura di non riempirlo fino all’orlo perché il flan tende ad aumentare di volume col calore della cottura. Inserite i barattoli in una pirofila e aggiungete l’acqua sul fondo (almeno 2-3 cm) dopodiché inserite la pirofila nel forno già caldo a 180° e cuocete per circa 25 minuti. Se deciderete di cuocere il flan in un unico stampo la cottura necessiterà di più tempo. Una volta cotti, se vorrete conservarli più a lungo, chiudeteli con i loro coperchi e lasciateli raffreddare: si formerà il sottovuoto e a quel punto potrete riporli in frigo. In caso contrario aspettate che si raffreddino e poi poneteli nel frigorifero per almeno due ore prima di servirli.

Potrete servirli direttamente nel barattolo oppure sformarli su un piattino, accompagnarli con della panna montata e un amaretto sbriciolato o con una spolverata di cannella.

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Pesche in jazz – merenda d’estate –

 

Estate

E d’estate la merenda?

Gelato naturalmente!

Ma siccome il gelato per me non è solo merenda o dessert ma può essere anche pranzo, cena e persino colazione; non solo in estate ma tutti i giorni dell’anno volendo, compreso il giorno in più degli anni bisestili – che già sono tremendi di per sé, figuriamoci negandomi un po’ di dolcezza il 29 febbraio – ecco, siccome tutto questo, vi parlerò di pèsche.

Una merenda estiva buonissima è la pèsca “come la prepara mia sorella”, ovvero:

una pesca tagliata a pezzetti, pinoli e 2-3 amaretti (di quelli duri) sbriciolati. Sarà come un’improvvisazione jazzistica ben riuscita.

Merenda estiva

– se poi volete aggiungere un bel cucchiaio di gelato buontalenti…io non mi offendo! –

 

Torta amaretti e mandorle: quando la poesia si scioglie in bocca.

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Ieri, 21 marzo, si celebrava la giornata mondiale della poesia. Vi risparmio i miei versi adolescenziali ma verso in questo post la ricetta di una torta che è pura poesia.

La torta di amaretti e mandorle:

Per la pasta:

250 gr farina*

150 gr di zucchero di canna grezzo*

100 gr di burro*

1 bustina di lievito per dolci

1 uovo

 

Per il ripieno:

½ pacco di amaretti

60 gr di mandorle pelate

aroma di mandorle

300-350 gr di ricotta vaccina*

1 uovo*

100 gr di zucchero di canna grezzo*

 

Sciogliere il burro a “bagno maria”. Intanto, in una ciotola, unire farina, zucchero e lievito e mischiare bene il tutto. Unire l’uovo sbattuto e mescolare ancora dopodiché unire il burro fuso e impastare con le mani formando un impasto granuloso (non un impasto omogeneo e compatto ma formato da tanti grumi).

Per il ripieno tritare le mandorle e unirle agli amaretti pestati più o meno grossolanamente con il pestello o con le mani; aggiungere lo zucchero la ricotta e l’aroma di mandorla mescolando bene il tutto per poi unire l’uovo sbattuto.

Imburrare e infarinare una tortiera tonda di quelle a cerniera e mettere circa i 2/3 dell’impasto sul fondo senza compattarlo, versarci il ripieno e coprire con i restanti granuli di impasto coprendo la farcitura. Decorare la superficie con qualche mandorla intera e infornare a 180° per circa 40 minuti.

 

Se i versi che usciranno dalla vostra bocca dopo averla assaggiata non saranno poetici è solo perché somiglieranno molto a quelli animaleschi di un orgasmo.