Bicchierini di burrata, pesto e briciole croccanti al limone

Se sei in cerca di un antipasto estivo, scenografico ma semplice da realizzare, questi bicchierini sono perfetti per te! Un antipasto al cucchiaio dal gusto delicato, ricco del profumo dell’estate; piacevolissimo da gustare anche per il gioco di contrasti tra la spumosità della burrata e la croccantezza delle briciole di pane.

Ingredienti

(per 6-8 bicchierini)

  • burrata 350gr
  • pesto 8 cucchiai circa
  • pane casereccio (o anche pan carrè con la crosta) 2 fette
  • scorza grattugiata di 1 limone bio
  • olio e.v.o qb

Con il frullatore ad immersione monta la burrata con un po’ di olio. Sbriciola il pane, compresa la crosta e saltalo in un padellino con dell’olio e un pizzico di sale e quando risulterà bello croccante spegni il fuoco e aggiungi della buccia grattugiata di limone. Se hai il pesto già pronto inizia subito a strutturare i bicchierini altrimenti riprendi il frullatore e preparalo in pochi secondi come ho fatto io, con olio, basilico e pinoli (personalmente ho omesso il parmigiano ma ovviamente potrai inserirlo nella tua preparazione come da tradizione genovese).

Non resta che montare i bicchierini procedendo a strati, partendo dalla burrata per poi aggiungere sulla sua superficie un cucchiaio di pesto e terminando con le briciole di pane al limone.

Consiglio di scegliere dei bicchierini o dei vasetti in vetro affinché dall’esterno sia ben visibile la composizione a strati.

Non ti resta che gustarlo insieme ai tuoi ospiti!

p.s. se volessi aggiungere un tocco cromatico rosso, che li renderebbe ancora più belli, potresti aggiungere dei dadini di pancetta dolce saltati in padella. Sconsiglio il pomodoro perché la sua acidità annullerebbe il sentore di limone, ma potrete scegliere di rinunciarvi e optare quindi per una specie di caprese destrutturata.

Pubblicità

Tatin salata di pomodorini

La Tarte Tatin è un dolce francese tradizionalmente a base di mele, creato a fine Ottocento dalle sorelle Tatin, ristoratrici di un paesino della valle della Loira; la sua particolarità consiste in una cottura rovesciata: la frutta sul fondo e la pasta sopra, per poi capovolgerlo dopo la cottura.

Ovviamente le versioni alternative si sprecano, ed oltre alle mele si possono usare tanti tipi di frutta; qui trovate una versione all’arancia.

Ma perché non farla in versione salata anche? Valida e scenografica alternativa alle più tradizionali torte salate.

Oggi ve ne propongo una estivissima, con i pomodori ciliegini.

Per il guscio ho usato la pasta al vino, ma potrete optare anche per una brisée, una frolla salata o la meno ricca pasta matta.

Per la pasta seguite questo link

per il ripieno:

  • pomodori ciliegini
  • zucchero
  • timo
  • capperi
  • acciughe
  • pangrattato
  • olio e.v.o
  • sale e pepe qb

Iniziate lavando e asciugando i pomodorini, divideteli a metà e adagiateli su carta assorbente rivolti verso il basso in modo che inizino a perdere un po’ d’acqua. Se necessario togliete un po’ di semi.

Foderate con carta forno una tortiera dai bordi bassi (tipo quelle da crostata) e cospargetela con un pochino di sale, del pepe, un cucchiaino o due di zucchero e delle foglie di timo (o origano se più vi aggrada); adagiateci i pomodorini con la metà aperta rivolta verso di voi e ponete in forno ventilato a 170° per circa 15-20 minuti in modo da eliminare l’acqua in eccesso. Intanto preparate la pasta come da ricetta e, a parte, anche un trito di capperi e acciughe che mischierete con un paio di cucchiai di pangrattato e un goccio di olio.

Una volta che i pomodori saranno asciutti, lasciateli raffreddare e poi cospargeteli col trito riempiendo le conchette dei pomodori (darà molto gusto e grazie al pangrattato si ovvierà all’eventuale umidità rimasta).

Stendete la pasta col matterello e poi posizionatela sui pomodori rincalzando i bordi all’interno della tortiera in modo che formi un guscio. Ponete in forno a 180-190° per circa 25-30 minuti.

Una volta estratta dal forno lasciatela intiepidire, poi con l’aiuto di un piatto o di un vassoio capovolgetela e versate sui pomodori un filo d’olio a crudo prima di servirla.

La capellona sul terrazzo (Pesto di erba cipollina)

La mia passione per i pestati rasenta la fissazione – e questo ormai si era già scritto e si era già letto.

Il lato positivo è che ciò mi porta di tanto in tanto alla scoperta di piccole perle culinarie.

Amando molto coltivare erbe aromatiche sul mio bel terrazzo, mi trovo ad essere ispirata dalla materia prima, che essendo a portata di mano mi permette di verificare immediatamente l’intuizione gastronomica.

Tra le mie piante aromatiche quella di erba cipollina è una delle più belle, così verde e scapigliata, capace di regalare a primavera tanti bellissimi fiori violacei ottimi nell’insalata.

Come ogni bella capellona, anche la cipollina ha bisogno che la sua chioma venga spuntata affinché resti sempre folta e morbida. Si usa infatti tagliare i fili di erba cipollina alla base, procedendo a settori; togliendo dei bei ciuffi in un lato prescelto in modo che poi, mentre di volta in volta si tagliano altre ciocche, si da modo a quelle di ricrescere fresche e tenere, pronte per essere nuovamente colte.

I suoi fili oltre a regalare gusto e freschezza a tanti piatti (come sa sgrassare lei il gusto del salmone, nessun’altra), sono molto utili per legare artisticamente fagottini e involtini (tipo quelli di bresaola ripiena di formaggio fresco) e molto belli per impiattare in maniera elegante e originale.

Inoltre, per quelli che come me soffrono di SII (sindrome dell’intestino irritabile), l’erba cipollina può costituire una interessante alternativa alla cipolla.

Per tutto questo, ho deciso di provarla in uno dei modi che ancora non avevo esplorato: il pesto, adatto soprattutto a crostini o come accompagnamento di formaggi.

Tre o quattro ingredienti e il frullatore a immersione, questo è tutto ciò che vi servirà per creare un antipasto inconsueto o uno stuzzicante finger food.

  • Erba cipollina, qb
  • Farina di mandorle, qb
  • Olio evo, qb
    Sale, un pizzico

Frullare gli ingredienti aggiungendo l’olio e la farina di mandorle gradualmente in modo da trovare il giusto equilibrio e la consistenza che più vi aggrada.

Bicchierini di quinoa alla bottarga

3e72ccdd-e7d4-40f1-b5a0-f10f50d7eaa2

La cucina di ricerca…nel frigo, è quella che preferisco. Inventare buoni piatti con gli avanzi è una grande soddisfazione. Ecco quindi di seguito una sfiziosa ricetta da usare per un antipasto o un aperitivo mangereccio.

Avevo cotto della quinoa per fare delle polpette e come d’abitudine ne avevo cotta un po’ di più per conservarla in frigo ed eventualmente farci un’insalata i giorni seguenti. Così, una sera, colta da fame troppo prima di cena mi è venuta voglia di spelluzzicare qualcosa facendo un aperitivo e guardando in frigo oltre alla quinoa ho trovato un avanzo di bottarga (di quella già grattugiata, secca)…così ho sperimentato quanto segue:

ingredienti:*

2963b3f7-b673-4ded-81cd-da9f7bbbc801

– quinoa lessata e lasciata riposare in frigo o a temperatura ambiente in modo che risulti asciutta

– peperoncino se piace

– bottarga grattugiata secca

– pinoli

– filetti di acciughe

– capperi dissalati

– scorza di limone

– uno spicchio d’aglio

Tamponate qualche filetto di alici sott’olio e grattugiate la scorza di un limone. In una padellina antiaderente tostate dei pinoli e metteteli da parte. In un’altra padella antiaderente scaldate un goccio d’olio col peperoncino e fateci dorare uno spicchio d’aglio intero con i filetti di alici. Saltate quindi la quinoa in quest’olio e una volta insaporita spengete il fuoco e aggiungete la bottarga, la scorza di limone, i capperi tritati e i pinoli (lasciandone qualcuno per guarnire).

Lasciate intiepidire la quinoa e poi servitela in barattoli di vetro o piccoli bicchieri e guarnite con qualche pinolo, un goccio d’olio a crudo e un pizzico di pepe.

5f95ef15-8103-4f3c-8ac5-f2d799d3c37b

*essendo una ricetta fatta principalmente con ingredienti avanzati non posso specificare le quantità

Zuppa di pomodoro fredda

IMG_7498

Ci resta ancora un po’ di estate. L’autunno non ha ancora riempito il suo sacco e alcuni giorni sono ancora sparsi sulla strada che ci porta ad esso. Un avanzo, un rigurgito, l’ultimo vagito di stagione. E allora non posso che riempirmi la bocca di rosso, freddo e pomodoro per addolcire la nostalgia che già mi coglie.

Zuppa di pomodoro fredda:

IMG_7494

(fatta con quel poco che ho trovato in dispensa dopo qualche giorno fuoricasa io, dentrocasa lui – flam nur inin, la luce dei miei occhi).

2 barattoli di pomodori pelati bio

3 peperoncini Peter Pepper (sostituibili con peperoni verdi dolci tipo i friggitelli o piccanti secondo il vostro gusto)

500 ml di brodo vegetale (fatto col dado ma bio e senza glutammato)

10-12 foglie di basilico

1 bicchiere di latte di cocco

1 pizzico di zucchero

olio e.v.o bio q.b.

Sale integrale q.b.

Io ho passato i pomodori pelati per eliminare i semi (ma potrete evitarlo facilmente e frullarli nella zuppa quando più avanti dovremo usare il frullatore a immersione) e li ho messi in un tegame con un goccio di olio e i peperoncini privati dei semi e tagliati a pezzetti; ho iniziato a scaldarlo aggiungendo un po’ di zucchero per togliere l’acidità. Ho preparato il brodo aggiungendo al dado le foglie di basilico per poi versarlo nel tegame col pomodoro. Ho vivacizzato la fiamma e aggiunto un po’ di sale lasciando cuocere per 25-30 minuti coprendo e abbassando il calore dopo i primi 10-15. Infine ho spento e frullato tutto col frullatore a immersione. Una volta intiepidita la zuppa ho aggiunto un bicchiere abbondante di latte di cocco e aggiustato di sale.

IMG_7497

L’ho servita ben fresca (almeno 3 ore in frigo) con crostini di pane respirando il profumo di basilico.

IMG_7495

Torcetti al sesamo

IMG_2843

Vi capita mai di aver fame ma contemporaneamente non aver voglia di niente? A me succede in questi periodi di festa in cui si fa un gran parlare di cibo e in cui si fa anche un gran mangiare di cibo. Il 1° dell’anno l’ho passato così, apaticamente sul divano, a chiedermi ogni cinque minuti cosa poter mangiare senza aver voglia di cucinare e senza riuscire a individuare un sapore, un gusto, che valesse la pena di mettermi ai fornelli. L’unica idea fissa erano i taglierini all’astice. Difficili da realizzare senza astice e senza taglierini.

Ho dovuto aspettare il 2 gennaio per andare al supermercato e procurarmi gamberi e spaghetti. Gamberi e spaghetti? Si, perché evidentemente il supermercato era stato svaligiato da un’orda barbarica nei giorni precedenti e l’astice non c’era neanche surgelato. I taglierini c’erano ma senza astice non sarebbero stati la medesima cosa (oh, quando una è fissata, è fissata!). Ed ecco allora che ho ripiegato su spaghetti (rigorosamente di “Libera”) e gamberi.

IMG_2845

Ma prima di papparci una cofana di pasta ho preparato una cosa sfiziosetta, ché a me le cose sfioziosette piacciono più dei piatti forti, accompagnando un’insalata di finocchi e arance con dei torcetti al sesamo. Li ho fatti con la mia adorata pasta al vino, quella che uso sempre per torte salate e strudel di verdure; per circa 30 torcetti vi seviranno:

300 gr di farina* (io semintegrale di grani teneri antichi)

100 gr di vino bianco secco

80 gr di olio e.v.o*

un pizzico abbondante di sale

semi di sesamo q.b

IMG_2840

Unite farina, vino, olio e sale e impastate bene fino ad ottenere un impasto sodo e liscio. Via via staccate dei pezzetti di pasta e, come facevate con il pongo da piccoli, formate dei bacherozzi non troppo sottili, torceteli un po’ per dargli un leggero movimento a spirale e passateli nei semi di sesamo.

IMG_2841

Disponeteli sulla placca del forno foderata di carta forno e passateci sopra un filo d’olio. Infornate per 15-20 minuti a 180° in modalità ventilata.

IMG_2842

Saranno ottimi con l’insalata ma anche con qualche salsa o tapenade per l’aperitivo; avvolti da fette di prosciutto o altro affettato a vostro gusto come antipasto o spuntino.

IMG_2844

E che sia un nuovo anno sfizioso per tutti!

*ingredienti biologici

Cosa dice una foglia di salvia prima di essere fritta? “Salviateeemi!”

IMG_7792

 

Storia stagionale di una salvia fritta

Sono Salvia!” Disse tuffandosi nella pastella.

Sono fritta!” Disse dall’orlo della padella…

IMG_7775

Con i 12 cm di alcune foglie, quest’anno la pianta di salvia si è superata. Ogni nuova stagione il primo sviluppo fogliaceo arriva a dimensioni davvero importanti, di quelle che non passano inosservate e che non ti permettono di sorvolare sull’idea di cucinare la salvia fritta. E allora, anche quest’anno, si fa!

IMG_7793

Solitamente la preparo ripiena con l’acciuga e tuffata, una volta piegata la foglia a metà, in una pastella semplice di acqua fredda (o birra fredda) e farina.

Questa volta però, convinta di avere un barattolino di acciughe ancora da aprire, sono rimasta fregata perché non c’era. (O almeno in quel momento era uscito dalla dispensa, perché un’ora dopo quando ci è passato il “casalingo vintage” era lì in bella mostra di sé. Forse era andato a far visita al barattolo dei fagioli)

Fatto sta che a quel punto non si poteva tornare indietro, l’idea della salvia fritta si era insinuata troppo a fondo facendosi già intuire sulla lingua ed era impensabile rinunciarci. Tanto più che sarebbe seguito uno spaghetto al pesto di rucola che col suo gusto fresco avrebbe fatto da contrappunto perfetto.

E allora ho deciso di cucinarla semplice ma di friggerla in una pastella un po’ più sostanziosa, con l’uovo. Risultato ottimo e ripetibile.

IMG_7795

Ma la prossima volta, doppietta! Intanto vado ad allucchettare le acciughe…

 

Mandorle tostate

Mandorle tostate

Come accade per tutte quelle cose che con semplicità posso fare da sola, le mandorle tostate difficilmente le compro già fatte: è sufficiente mettere in forno (60°-80°) delle mandorle spellate biologiche con del sale marino integrale e lasciarle tostare finché non saranno diventate color nocciola (eh eh eh) e mangiarle quando si saranno raffreddate (finché sono calde non risultano croccanti). Si mantengo a lungo nei barattoli a chiusura ermetica. Almeno credo…in questa casa non durano mai a lungo! 😉