Ho iniziato intenzionata a scrivere, non so cosa ma qualcosa. Mi son detta non ce la faccio, e son rimasta sul divano. Son partita a preparare alcune cose per lavoro intenzionata ad infilarmi poi nel letto e son finita a pulire il bagno passando per la cucina.
Ora in sottofondo musica di tango e il ronzio dell’essiccatore.
poche ore prima….
CASALINGO VINTAGE che prepari stasera?
MASSAIA CONTEMPORANEA Eehhh stasera muscolo di grano…
CASALINGO VINTAGE Ah
MASSAIA CONTEMPORANEA è mercoled…
CASALINGO VINTAGE mercoledì vegano, ti becchi il muscolo di grano!
Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo. È un periodo faticoso, in cui vedere rosa è difficile e trovare il tempo per parlare (o scrivere) è quasi impossibile. Un periodo di lavoro sodo (bene) in cui tutto si concentra nel medesimo tempo, a corsa, ( male); in cui i soldi comunque non si vedono (peggio) e la qualità della vita va a farsi fottere.
Un periodo di molte cose belle vissute in fretta. Non mi resta che fare un bieco resoconto di tutto ciò che avrei voluto assaporare sotto l’egida della lentezza e che invece si risolve in un insulso riassunto.
Del mio aggiornamento agli “anta” che mi ha trasformata in massaia 4.0
Del mio nuovo essiccatore e dei primi esperimenti
Della zuppetta di polpo in umido con patate
Dell’ingresso nel mondo dei lettori elettronici e del Kobo che non volevo (notare il verbo al passato)
Dei prodotti dell’azienda “Barche in cielo”
Della zuppa di zucca gratinata al forno
Di come questo nostro paese mi faccia sempre più schifo e di come il mondo intero sia in balìa dell’animale più ignobile: l’uomo
Del GHI (burro chiarificato) e del medico ayurvedico
Del fatto che il mio corpo non regge lo stress e di come reagisca sempre nello stesso modo
Della farina di mandorle
Delle persone care che stanno male
Delle guance morbide di Falù
Di quanto sia difficile sbarcare il lunario e di come questo influenzi la vita di coppia
Degli spettacoli belli
Del giorno in cui avrei voluto mettere una bomba ai vigili urbani di Prato
Del grano “all’antica”
Del mio amore
Della ridicola prassi di far arrivare il Natale sempre prima e di come a me già sarebbe sufficiente il periodo 8-25 dicembre
Degli amici.
Degli amici.
Degli amici.
Di tutto questo ho scritto solo nella mia testa ma anche lì, in fretta e male. Abbiate pazienza, e spero di averla anche io. Ho bisogno di tempo e invece son diventata la sorella ansiosa del Bianconiglio.
26 ottobre 2014
Oggi, nel mettere un po’ d’ordine, ho buttato le mie prime scarpe da tango (Tango Leike); da tango prima e da sandalo poi, quando ho salito qualche centimetro di tacco. E nell’atto di gettarle non ho potuto fare a meno di ringraziarle. Non era tanto il dispiacere di gettarle quanto di gettarle così, come un oggetto qualsiasi, loro che invece erano testimoni di un grande vissuto, solo in piccola parte tanguero. Per un attimo, solo per un attimo, ho pensato di seppellirle o interrarle in un vaso, per fortuna un attimo non mi è stato sufficiente ad arrivare sul terrazzo.
Però qualcosa ho fatto: ho scritto un biglietto. A loro e forse anche a me.
Sapete cos’è la festa della Rificolona, che si festeggia a Firenze il 7 settembre? (oltre che la mia festa preferita intendo…)
Così la definisce il “VOHABOLARIO del vernacolo fiorentino e del dialetto toscano di ieri e di oggi” di Stefano Rosi Galli:
La rificolona (pronuncia rifiholona o rifriholona) è una festa tradizionale fiorentina. la sua origine risale a prima dell’800, quando tutti i contadini, la sera del 7 settembre, vigilia della festività religiosa che commemora la natività della Madonna, a cui Firenze è devota, s’incamminavano dalle colline di Vallombrosa e dell’Impruneta in una lenta marcia verso piazza Santissima Annunziata, sia per rendere omaggio alla Vergine Maria, sia per vendere i loro prodotti sotto il loggiato dello Spedalino degl’Innocenti. Il termine sembra che derivi da “fierùcola”, cioè una fiera di non eccessiva importanza. Mentre la tradizione di portare lanterne di carta, si deve al fatto che la città, fin dal XIII secolo, veniva illuminata soltanto dalle lampade a cera o ad olio poste per lo più agli angoli delle vie. I primi lampioni, prima a olio, poi a gas, e infine elettrici, arrivarono solo nell’800. La sera del 7 settembre i pellegrini si accomodavano sotto i loggiati della piazza e alla luce dei loro lampioncini di carta o tela colorata cantavano le laudi alla Vergine. E da qui è poi nata la tradizionale festa come la conosciamo oggi. Negli anni ’50, questa pittoresca festa fiorentina si svolse anche sull’Arno e precisamente a monte del fiume, nel tratto fra Bellariva e la Pescàia di San Niccolò. I bambini, quando si incamminano verso la festa, sono soliti cantare una tipica filastrocca che tutti conoscono*. San Giovanni Valdarno è l’unico paese della vallata fiorentina che continua a celebrare la festa. Forse per rivendicare, come dice qualcuno, una fiorentinità persa due secoli fa, quando fu stabilito il confine con Arezzo giusto alle porte del paese.
La festa vede i bambini girare per le vie con la loro rificolona di carta, dalle fogge più diverse (sole, luna, casa, lanterna, animali ecc…) appesa alla canna e illuminata dalla candela che sta all’interno. Altri bambini fanno a gara a bucarle con cerbottana e pirulini (prima) o palline di stucco (oggi), infuocandole.
Il Pirulino è un piccolo cono di carta fatto a mano, finissimo e appuntito, usato come proiettile della cerbottana.
Ho un sacco di cose da raccontare e poco tempo per farlo. Dopo ferragosto mi rimetto in carreggiata.
Intanto vi auguro un felice e lungo weekend di mezz’agosto e vi lascio la mia ultima scoperta che potrà esservi utile in caso il maltempo vi faccia girare le pelotas e abbiate voglia di golosità al punto da usare il forno: patate arrosto time!!!
Le ho fatte qualche giorno fa e sono risultate le migliori che abbia mai fatto (ma non che io sia una esperta di patate al forno…).
Avevo delle patatine novelle biologiche che volevo cucinare con la buccia e guardando in rete ho letto un articolo che è risultato molto prezioso. Leggetelo, io mi sono arrestata al “segreto” n°1 aggiungendo poi il trito di erbe fin da subito perché avevo fretta…e sono venute buonissime, figuratevi se li seguite tutti!
Rosmarino/ramerino
p.s. Avevo delle fettine di pane secche (di una frusta da crostini), le ho bagnate con un po’ d’acqua e le ho messe a cuocere insieme alle patate avendo cura che toccassero il fondo con l’olio… 😛
Coniugi a dieta. Inutile dire che la cosa è piuttosto scocciante. C’e di buono che è estate e risulta tutto in po’ più facile.
Ieri con l’insalatona mista (insalata, pomodori, cetrioli, tonno e carote) e le gallette sottili di farro (a mio gusto molto più buone e saporite di quelle di riso che proprio non riesco a farmi piacere) ho fatto un piccolo esperimento aggiungendo delle erbe aromatiche. Foglie intere (non troppo grandi) di basilico, prezzemolo e menta hanno dato gusto e freschezza all’insalata.
Da replicare alla prossima. Ovvero molto presto. 😣
Per fortuna non sempre è necessario inventarsi chissà quali complicate ricette; talvolta basta rivisitare con un po’ di grazia le cose buone di tutti i giorni. Ecco due idee per un antipasto o un aperitivo.
Burro e acciughe:
usate del burro prezzemolato e un fiore di cappero per rendere un crostino “burro e acciuga” più invitante. Sarà sufficiente aggiungere del prezzemolo tritato al burro ammorbidito prima di spalmarlo sul pane tostato e aggiungere un fiore di cappero (magari di Pantelleria) per far compagnia all’acciuga.
Burro e acciughe
Uova al tegamino:
io le adoro! Però è difficile proporle a degli invitati. Ma non se si usano delle uova di quaglia cotte in una formina per biscotti e adagiate su crostini di pane tostato tagliato con la medesima forma.
Uova di quaglia al tegamino fiorito
Se poi trovate dei peperoncini verdi dolci della misura giusta, potrete sostituire le formine dei biscotti con delle rondelle di peperone che avrete prima scottato nella padella antiaderente!
Se lo siete o volete diventarlo, se vi piace fotografare il cibo per condividere ciò che cucinate o qualcosa di buono che vi hanno appena servito al ristorante
allora potete partecipare al challenge Insta Photo Show condividendo e usando gli hashtag della portata della settimana che trovate sul sito insieme al regolamento completo.
Ogni settimana, dal 9 giugno al 13 luglio un tema culinario diverso.
Si vincono buoni sconto Mediaworld e le cornici ecologiche Tonki (a cui io punto perché mi piacciono tanto!)
In bocca al lupo!
p.s. Se vi va di seguirmi su instagram, io sono kukisia.
Riporto di seguito il comunicato stampa
I 250 migliori scatti saranno esposti a Lucca nel mese di settembre
INSTAPHOTOSHOW 2014: UNA SFIDA FOTOGRAFICA A COLPI DI…CIBO
La cucina come forma artistica. Dal 9 giugno al 13 luglio basta un click con il proprio smartphone o tablet per partecipare al “challenge” su Instagram e ricevere buoni omaggio
E’ dedicata al cibo la seconda edizione di “Instaphotoshow”, la sfida fotografica ideata a Lucca e aperta liberamente a tutti, che promuove la creatività e l’uso “social” di internet. Dal 9 giugno al 13 luglio sarà sufficiente condividere tramite la popolare applicazione “Instagram” gli scatti realizzati con il proprio smartphone o tablet sui 5 temi relativi al mondo della cucina e del gusto, che saranno svelati di settimana in settimana sul sito ufficiale wwwHYPERLINK “http://www.instaphotoshow.com/”.HYPERLINK “http://www.instaphotoshow.com/”instaphotoshowHYPERLINK “http://www.instaphotoshow.com/”.HYPERLINK “http://www.instaphotoshow.com/”com, per avere la possibilità di ricevere in omaggio buoni acquisto Mediaworld fino a 150 euro di valore e cornici ecologiche Tonki.
Dopo il successo dello scorso anno con la partecipazione di oltre 2200 fotografie, la sfida “Instaphotoshow 2014”, organizzata dall’associazione no-profit S.I.P.S.I. (Società Italiana dei Professionisti delle Scienze dell’Informazione) in collaborazione con lo Studio Wasabie laCooperativa Linketto, si rilancia mettendo al centro una delle tematiche più in voga nel web negli ultimi mesi: il cibo. Cibo che non solo deve essere inteso come nutrimento, ma anche come ricerca del benessere, forma artistica o di valorizzazione delle tradizioni locali e delle sue genti.
E’ tenendo in considerazione questi aspetti, nonché la tecnica di scatto e l’originalità, che un apposito gruppo di esperti selezionerà le foto più belle che riceveranno gli omaggi messi a disposizione dagli sponsor. Per ciascuno dei cinque temi settimanali saranno individuati tre autori più bravi. Al primo andrà un buono Mediaworld da 150 euro e una cornice Tonki, al secondo un buono Mediaworld da 50 euro e la cornice Tonki, al terzo una cornice Tonki.
La sfida coniuga inoltre il web con il territorio. Le migliori 250 foto selezionate saranno stampate ed esposte al pubblico per la “Instaphotoshow – Exibition 2014”, che si svolgerà nel mese di settembre a Lucca. Lo scorso anno furono 8 mila i visitatori della mostra allestita nei locali del museo Must di Lucca, mentre in concomitanza con l’inaugurazione venne organizzato un tour fotografico alla scoperta della città, a cui presero parte persone provenienti da tutta la Toscana e non solo.
A “Instaphotoshow 2014” può partecipare liberamente chiunque. E’ sufficiente essere residenti, domiciliati oppure contattabili in Italia. Non c’è limite al numero di foto condivise – e quindi inviate – per la sfida. L’importante è che siano rispettati il regolamento e i temi settimanali sotto forma dei cosiddetti “hashtag”, che saranno pubblicati a partire da lunedì 9 giugno. Gli autori selezionati saranno ricontattati a inizio settembre.
Con i 12 cm di alcune foglie, quest’anno la pianta di salvia si è superata. Ogni nuova stagione il primo sviluppo fogliaceo arriva a dimensioni davvero importanti, di quelle che non passano inosservate e che non ti permettono di sorvolare sull’idea di cucinare la salvia fritta. E allora, anche quest’anno, si fa!
Solitamente la preparo ripiena con l’acciuga e tuffata, una volta piegata la foglia a metà, in una pastella semplice di acqua fredda (o birra fredda) e farina.
Questa volta però, convinta di avere un barattolino di acciughe ancora da aprire, sono rimasta fregata perché non c’era. (O almeno in quel momento era uscito dalla dispensa, perché un’ora dopo quando ci è passato il “casalingo vintage” era lì in bella mostra di sé. Forse era andato a far visita al barattolo dei fagioli)
Fatto sta che a quel punto non si poteva tornare indietro, l’idea della salvia fritta si era insinuata troppo a fondo facendosi già intuire sulla lingua ed era impensabile rinunciarci. Tanto più che sarebbe seguito uno spaghetto al pesto di rucola che col suo gusto fresco avrebbe fatto da contrappunto perfetto.
E allora ho deciso di cucinarla semplice ma di friggerla in una pastella un po’ più sostanziosa, con l’uovo. Risultato ottimo e ripetibile.
Ma la prossima volta, doppietta! Intanto vado ad allucchettare le acciughe…
Nutella compie gli anni e la mia idea di porcata è mangiare a cucchiaiate la granella di nocciole col miele d’acacia.
La più amata da adulti e bambini, compie 50 anni! Li porta bene secondo voi?
Ma soprattutto, cosa pensate della Nutella? Siete dei mangiatori golosi e la sua presenza è un cardine della vostra dispensa? Oppure siete dei detrattori?
Io personalmente, vista l’età, proporrei un pensionamento, anche se anticipato!
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore…
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l’oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte…
una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo…
e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l’altro fino all’estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
#19 Il cuore d’oro: così perfetto, così leggero, è volato con un soffio in odor di cioccolato…#20 Crosta di muro, cuore bello o ali di pipistrello?#21 Ha chi darò la chiave?#22 Mi hai usato e poi gettato come carta straccia e io mi sto consumando d’amore per te…che faccio, mi butto nel tombino?#23 Studio anatomico su carta di un amore rifiutato.#24 Il principe azzurro ha perso il cuore parcheggiando il suo cavallo.#25 Cuore futurista#26 “Le chiavi ingombrano e si possono smarrire. Meglio avere chi ti apre la porta, possibilmente con un sorriso.” (D. Basili, Tagliar corto, 1987)#27 Cuore di plastica, amore che inquina
…e nella categoria “gli speciali” (che sta aumentando grazie ad amici contagiati dal morbo)
Cuore Metropolitano speciale n°3 Scovato e immortalato da Simona al porto di Calasetta (CI)Cuore Metropolitano speciale n°4 Questi li ha incontrati Irene…e sorridono!
Ho inaugurato su Instagram la rubrica “Le minchiate che mi compro”, ovvero: immortalare pessimi acquisti per un’autoanalisi più efficace. Perché la massaia contemporanea non poteva non essere affetta dalla compulsione del secolo, quella dell’acquisto. Solo su Instagram però, così il “casalingo vintage” che è mio marito non la vede (non stai leggendo questo post amore, vero??!!!): lui e il suo Nokia c2 non appartengono a questo mondo.
Cerchiamoci su instagram e se anche voi comprate delle colpevoli minchiatelle compulsive fatemele vedere; ci sentiremo meno soli?.
Solo pochi giorni fa, ho parlato di Madame l’Ispirazione. Oggi invece porgo i miei omaggi alla signora VorreiMaNonPosso
Quella che vi suggerisce tante idee ma tutte in contemporanea; che vi fa sembrare tutto molto fattibile e sicuramente buono salvo scoprire che il risultato è uno schifo? Ecco, da ieri mi gira per casa e questi sono i risultati:
– l’esperimento del polpettone di lenticchie è stato un fallimento totale
– la pasta di farro con i carciofi e le lenticchie avanzate è da dimenticare (mi ha messo quella tristezza che solo un mega cono di gelato Buontalenti può alleviare)
– e invece ho dimenticato di tendere la lavatrice così adesso ho tutti capi asciutti ma plissettati
– lo spezzatino che cuoceva in pentola si è bruciato irrimediabilmente
Conoscete scongiuri che facciano al caso mio?