Ieri, 21 marzo, si celebrava la giornata mondiale della poesia. Vi risparmio i miei versi adolescenziali ma verso in questo post la ricetta di una torta che è pura poesia.
La torta di amaretti e mandorle:
Per la pasta:
250 gr farina*
150 gr di zucchero di canna grezzo*
100 gr di burro*
1 bustina di lievito per dolci
1 uovo
Per il ripieno:
½ pacco di amaretti
60 gr di mandorle pelate
aroma di mandorle
300-350 gr di ricotta vaccina*
1 uovo*
100 gr di zucchero di canna grezzo*
Sciogliere il burro a “bagno maria”. Intanto, in una ciotola, unire farina, zucchero e lievito e mischiare bene il tutto. Unire l’uovo sbattuto e mescolare ancora dopodiché unire il burro fuso e impastare con le mani formando un impasto granuloso (non un impasto omogeneo e compatto ma formato da tanti grumi).
Per il ripieno tritare le mandorle e unirle agli amaretti pestati più o meno grossolanamente con il pestello o con le mani; aggiungere lo zucchero la ricotta e l’aroma di mandorla mescolando bene il tutto per poi unire l’uovo sbattuto.
Imburrare e infarinare una tortiera tonda di quelle a cerniera e mettere circa i 2/3 dell’impasto sul fondo senza compattarlo, versarci il ripieno e coprire con i restanti granuli di impasto coprendo la farcitura. Decorare la superficie con qualche mandorla intera e infornare a 180° per circa 40 minuti.
Se i versi che usciranno dalla vostra bocca dopo averla assaggiata non saranno poetici è solo perché somiglieranno molto a quelli animaleschi di un orgasmo.
One thought on “Torta amaretti e mandorle: quando la poesia si scioglie in bocca.”